Ecco i pericoli dell’Internet of Things

Il problema della sicurezza informatica è un problema che riguarda tutti, non importa chi sei, cosa stai facendo, quale dispositivo usi, sappi che sei sempre sotto attacco, lo siamo tutti.

L’esempio del phishing è perfettamente calzante.


I criminali informatici non selezionano a chi inviare le mail infette, lo fanno indistintamente perché sanno già che statisticamente l’8% degli utenti ne rimarrà vittima.

E’ questa la potenza del crimine online. Conosce tutto di noi, comprese le abitudini e le tendenze più comuni.

Molti utenti non provano nemmeno a tutelarsi anzi ignorano completamente questa tematica.

Chi ci attacca ha un comportamento professionale e virtuoso, si allena, si evolve e studia strategie sempre più innovative.

Quello da cui proteggersi sono le aziende che guadagnano esclusivamente registrando dati ed informazioni senza produrre nulla, quindi se basi la tua sicurezza pensando di doverti difendere dal teenager brufoloso con il cappuccio in testa, fallirai.

Ecco perché è necessario proteggersi, ma non imparando dai propri errori (potrebbe trattarsi un errore irreparabile) piuttosto affidandosi a sistemi già collaudati che da anni combattono contro questi pericoli nel cyber space.

Quando usi un computer o il telefono apri la porta ad un mondo esterno con il quale comunicare, è in questo momento che l’attenzione sembra andare in tilt e non si pensa al fatto che queste comunicazioni compiono anche il percorso inverso, dall’esterno verso l’interno.

Lo stesso accade anche per gli elettrodomestici intelligenti connessi alla rete tipici delle smart home, come porte, frigoriferi, microonde, smart tv o telecamere di sorveglianza che finiscono per essere utilizzate per spiarci piuttosto che per segnalarci l’intrusione di ladri.

La Samsung per esempio, ha diffuso un comunicato suggerendo ai propri utenti che sarebbe meglio non parlare di cose riservate di fronte alle smart tv con telecamera incorporata, perché qualcuno potrebbe anche rilevare queste informazioni come è già stato evidenziato da weekeleeks, comunicando che attraverso alcuni di questi modelli tv, la NSA riusciva ad entrare nelle case di milioni di persone.

Molti software non sono governati solo dall’utente finale ma anche da chi garantisce il loro servizio.

Cosa vuol dire? Che anche grazie ad un antivirus (sostanzialmente creato per proteggerti) è possible attaccarti, sembra un paradosso ma è proprio così ed è già accaduto.

Hacker russi, attraverso l’antivirus kaspersky, sono riusciti a violare il computer di un consulente della NSA rubando tutti i dati. (foto).

Un altro esempio: Chrysler ha dovuto ritirare dal mercato 1.500.000 di veicoli perché si era scoperto che era possibile, da remoto, intervenire sui freni e far frenare la macchina contro la volontà del guidatore con risultati disastrosi.

Tra i tanti dispositivi intelligenti i più importanti sono quelli che servono a migliorare la qualità della nostra vita e trasmettono dati sulla nostra salute.

Sono in pericolo anche i pazienti, perché alcuni attacchi informatici finalizzati ad una richiesta di riscatto bloccano i sistemi degli ospedali e metteno a serio rischio la loro vita.

Oggi da remoto si possono sabotare anche i peacemaker.

Prima dell’11 settembre, nessuno avrebbe immaginato che due aerei sarebbero stati schiantati contro le torri gemelle come atto terroristico per generare terrore, pensate se la prossima forma di terrore sia quella di bloccare i peacemaker di tutte le persone presenti ad una manifestazione importante che raduna migliaia di persone.

Sei tu il principale protagonista della tua sicurezza, attraverso il tuo comportamento, devi maturare la consapevolezza di utilizzare la tecnologia con buon senso.

Lasceresti la porta di casa tua aperta?

Shodan: il “google” della sicurezza informatica, fa conoscere quali dispositivi sono disponibili con una determinata caratteristica come ad esempio la ricerca di webcam senza credenziali o sistemi esposti in Internet senza autenticazione.

E’ l’uomo che realizza ed utilizza software e hardware, ecco perché è il primo fattore di misura della sicurezza.

Formazione ed educazione volta ad un uso più corretto ed attento della tecnologia a disposizione sono le chiavi per vivere in sicurezza.

In una società ultra connessa come la nostra, non abbiamo bisogno di connetterci in Internet è Internet che è costantemente all’interno della nostra vita, ecco perché non avrà più senso di parlare di protezione dei dati personali e di privacy.

Profilati come già siamo, il futuro sarà l’Internet delle emozioni e grazie ai dati e alle abitudini tracciate fino ad oggi, gli utenti saranno raggiunti fin dentro le loro emozioni.

La brutta notizia è che non essendo l’uomo a creare software e hardware, devi fidarti di chi le ha realizzate.

Chiedere ad un esperto di sicurezza di realizzare soluzioni affinché non ti accada mai nulla, è impossibile se non adotti un comportamento consapevole.

Sarebbe come possedere un auto super accessoriata per la sicurezza ma provare a guidarla ubriaco, bendato ad alta velocità in una strada di campagna.

E’ sicuro che puoi rischiare la vita.

Inoltre, nonostante guidi a 40 km orari o ti fermi prudentemente al semaforo se è arancione, se incroci un pazzo che ti viene addosso non puoi evitarlo e tutto può accadere.

Quindi cerca soluzioni, prova a difenderti, oggi esiste il modo per contenere tutto questo pericolo. Provaci.

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A presto,

Ulissux.

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